Alan ha fatto più di chiunque altro per promuovere il "marchio" Aston Villa, ed è grazie a persone alla mano come lui, come Bish, come il tanto criticato Paul Faulkner, come Russell Jones, che il Villa riesce ad essere un club grande (con uno stadio da 40000 posti, come Anfield, una Coppa Campioni e una Supercoppa europea in bacheca si è un grande club) e a rimanere però nello stesso tempo familiare. Infatti - e noi lo abbiamo sperimentato in prima persona - il club è davvero una famiglia di cui fanno parte per sempre gli ex giocatori (c'è anche un'ssociaizone cui ci si può iscrivere:
www.astonvillafpa.org/), i tifosi e i dirigenti. Un club che da sempre è composto da gente friendly, che non se la tira per niente, a differenza di altri che magari una volta, fino a 15-20 anni fa, erano così, mentre ora hanno ceduto alle lusinghe del dio denaro che spersonalizza i rapporti e trasforma i tifosi in clienti.
Oggi ci sono altri club familiari, ma sono club piccoli, come il Norwich (ce lo ha confermato John Doohan che è un ex di entrambi i club).
Per i grandi è molto difficile mantenere certi valori.
Alan ha per noi un affetto speciale, ci considera di famiglia, ed è davvero the man who makes dreams come true.
Mi ha fatto morire leggere di come una volta ha dovuto presentarsi dala maestra di suo figlio Jimmy per dirle che Jimmy aveva tutte le ragioni di chiamare Paul Mc Grath God perchè 40000 persone al Vilal park non possono sbagliarsi tutte, e che la piantasse di rompere i maroni.
Edited by Buon Vecchio Zio William - 7/9/2012, 09:02